Gianni Bertini in Slovacchia Stampa

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GIANNI BERTINI

Galleria d'Arte della Città di Žilina, M. R. Štefánika č.2, Zilina (Slovacchia)

7 GIUGNO - 29 LUGLIO 2012


Gianni Bertini, membro del Movimento Nucleare fondato da Enrico Baj e Sergio Dangelo, ritorna finalmente, con le sue opere, in Slovacchia.

All’inizio degli anni Sessanta Bertini si afferma a Parigi aderendo alla scuola di Restany. Proprio in quel periodo visita più volte l’ex Cecoslovacchia accompagnato dal caro amico e artista Alex Mlynárčik, con cui lavora a progetti artistici e a lavori a due mani.

Mlynárčik invita Bertini a partecipare a vari suoi progetti, cui risponde in maniera positiva collaborando anche alla consegna dei premi nell’ambito del Memorial Edgar Degas (1971 a Liptovský Mikuláš in Slovacchia). Oltre a Bertini prendono parte all’iniziativa: Cesar, Antoni Miralda, Dorothée Selz, François Dufrêne, Sane Jouand, Mimmo Rotella, Niki de Saint-Phalle, Gyula Kosice, Jakubík, Jean-Michel Sanejouand.

In seguito Bertini e Mlynárčik diventano figure di primo piano del Paese fantastico “Argillia Reale” il cui re era Ondrej Krištofík, detto Fajkár (il fumatore di pipe), che insignisce Bertini del titolo di ambasciatore di Argillia a Milano e Venezia. Quindi pure Bertini è stato “membro istituzionale” di questo stravagante gioco concettuale che aveva una dimensione artistica-geopolitica, sconfinante nello scherzo.

107A2bertiniSfogliando la monografia di Alex Mlynárčik, scritta da Pierre Restany, e altri materiali d’archivio si ritrova la presenza di Gianni Bertini, sempre in bilico tra realtà e finzione, ad esempio in un’immagine, creata conla tecnica del fotomontaggio, è rappresentato in un incontro surreale con Stalin, Roosevelt e Restany, durante la conferenza di Eran (pag. 157 del libro “Altrove” di P. Restany e A. Mlynárčik). Oppure quando Bertini partecipa anche ad altre successive “missioni” del Regno fantastico di Argillia, ad esempio in un’immagine è in una Bruxelles fuori dal tempo con Pieter Brueghel il vecchio, durante un pranzo nuziale. O con la Venere di Tiziano partita per la visita ufficiale all’Asteroide B 612, accompagnata proprio dall’ambasciatore di Argillia a Milano e Venezia, Gianni Bertini e da Alex Mlynárčik, addetto al protocollo reale.

Alex Mlynárčik, nato proprio a Žilina, percorre insieme a Bertini l’ex Cecoslovacchia. A memoria di questi viaggi comuni esistono varie immagini che li ritraggono nella loro vita privata, e anche alcune con carattere più creativo come quelle scattate a Praga (“Ci sono dei momenti”, 1971, fotomontaggio Praga) in cui si percepisce, anche dopo 40 anni, il carisma e la forza di questi due protagonisti dell’arte del XX secolo.

 

Milan Mazúr - Direttore della Galleria d'Arte della Città di Žilina*


 


I SIMBOLI DEL MITO


Per Gianni Bertini tutto passava attraverso il Mito. La sua vita, il suo quotidiano, le sue fatiche, le sue conquiste e le sue illusioni. Tutto secondo la regola fissa, ortodossa, del Mito.

Ha detto bene Lara Vinca Masini nel catalogo Centro d’arte Spaziotempo, Firenze 2000: «Ha attraversato mezzo secolo di storia artistica a passo di carica, come un guerriero antico (o un Kamikaze giapponese) rischiando sempre tutto per tutto ed ha usato la pittura come spada e come vessillo…».

Esponente attento del nostro tempo, il tempo delle contraddizioni, il tempo delle speranze e delle illusioni... Alla ricerca continua di una desiderata e tanto agognata felicità, nascosta tra le pieghe imbrigliate di un giorno, lungo quanto gli anni della storia.

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Ha cavalcato tutta la vita con grande ottimismo, con ironia e provocazione, caratteristiche che lo hanno sempre accompagnato: insito in lui il desiderio di scuotere dentro coloro che davanti alle sue opere avvertono quel senso di colpa, di disagio che si prova quando non si ha via d'uscita... La storia dell'uomo c'insegna!

Credo che oggi, più che mai, l’uomo abbia bisogno dell’arte. Stiamo vivendo un tempo particolare. I grandi valori trasmessi da coloro che ci hanno preceduto e che sono stati il pilastro della società civile, sono e rimangono invariati, ma troppo spesso vengono disattesi.

La grande mole di lavoro prodotta in oltre sessant'anni di attività e soprattutto la “ricerca” continua, portata avanti dopo la seconda guerra mondiale con impegno, lo ha da sempre contraddistinto come autentico “anticipatore” a cominciare dai Gridi eseguiti dieci anni prima della nascita della Pop Art, nonché del Movimento Nucleare con opere esposte allaGalleria Numero pochi mesi prima della mostra a Milano di Baj e Dangelo, fino alla Mec-Art del 1962 e alla Poesia Visiva che si andò affermando in seguito. Infatti per Bertini le parole sono sempre state una componente importante del suo lavoro, a partire dalla fine degli anni ’40 tanto che, un certo giorno, dichiarò: «Senza parole si muore. Senza parole non so che fare».

Luciano Caprile in chiusura di un suo testo dichiarava: «… seguendo una siffatta via ci perderemmo definitivamente nell’ampio mare del suo mondo, in quella libertà d’invenzione che più gelosamente gli appartiene e che lo colloca di diritto tra i rari maestri da ammirare e da invidiare».

Intuire ciò che sta accadendo non vuol dire precorrere, anticipare i tempi, ma significa vivere realisticamente il momento del proprio vissuto. Per Bertini l’ispirazione non è mai stata generata dal caso, ma è nata dalla sensibilità, dalla sua struttura interiore, da come si poneva davanti alla vita.

In questo sta il fascino del suo lavoro.

Un articolo di Miklos Varga uscito su “Gala” nel dicembre 1974 diceva: «Leo Castelli può essere soddisfatto dei “Gridi storici“ di Gianni Bertini, dipinti negli anni 1948-49; doppiamente soddisfatto e ben servito perché egli dopo un decennio promuoverà a New York il più formidabile lancio mercantile di tutta la storia dell’arte: quello della Pop Art americana».

Questa mostra realizzata grazie all'entusiasmo e alla partecipazione dell'Istituto Italiano di Cultura di Bratislava e della Galleria Civica di Žilina ci vede coinvolti con amore e con spirito di sacrificio per gli impegni onerosi, di questo tempo in cui siamo sottoposti a pressioni finanziarie molto dure. Questo apprezzamento permetterà ai tanti visitatori di seguire lo sviluppo e il percorso di uno degli artisti più importanti del '900.


Carlo Frittelli - Direttore della galleria Frittelli Arte Contemporanea, Firenze*


* I testi sono tratti dal catalogo della mostra Gianni Bertini, a cura di Galleria d'Arte della Città di Žilina e Archivio Frittelli per l'opera di Gianni Bertini, Carlo Cambi Editore, Poggibonsi (SI) 2012.