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GIANNI BERTINI Nel giugno del '47 viene concesso a Gianni Bertini il Premio Pisa di pittura. N...
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GIANNI BERTINI Galleria d'Arte della Città di Žilina, M. R. Štefánika č.2, Zilina (Slov...
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    Gianni Bertini. Identikit 100a cura di Francesco Tedeschi Artista originale ed ec...
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“questo favoloso italiano, 

 per il vero più planetario che italiano, 

 quanta forza ha d'inventare (…) 

 Gianni-il-favoloso è al centro dei segreti dell’universo”

(Henri Chopin, 1975)

 

E' in uscita il Catalogo Ragionato di Gianni Bertini. 

E' possibile prenotarlo dal sito di Electa.

www.electa.it

 

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GIANNI BERTINI

Galleria d'Arte della Città di Žilina / Považská galéria umenia v Žiline

M. R. Štefánika č.2, Zilina (Slovacchia)

 

7 GIUGNO - 29 LUGLIO 2012

INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA: 7 GIUGNO 2012 - ORE 17:00

 

In collaborazione con: Istituto Italiano di Cultura di Bratislava  www.iicbratislava.esteri.it  

                                           Archivio Frittelli per l'opera di Gianni Bertini, Firenze

                                Catalogo per le edizioni Carlo Cambi, Poggibonsi (SI)

 

invito

 

Gianni Bertini, membro del Movimento Nucleare fondato da Enrico Baj e Sergio Dangelo, ritorna finalmente, con le sue opere, in Slovacchia.

All’inizio degli anni Sessanta Bertini si afferma a Parigi aderendo alla scuola di Restany. Proprio in quel periodo visita più volte l’ex Cecoslovacchia accompagnato dal caro amico e artista Alex Mlynárčik, con cui lavora a progetti artistici e a lavori a due mani.

Mlynárčik invita Bertini a partecipare a vari suoi progetti, cui risponde in maniera positiva collaborando anche alla consegna dei premi nell’ambito del Memorial Edgar Degas (1971 a Liptovský Mikuláš in Slovacchia). Oltre a Bertini prendono parte all’iniziativa: César, Antoni Miralda, Dorothée Selz, François Dufrêne, Mimmo Rotella, Niki de Saint-Phalle, Gyula Kosice, Jakubík, Jean-Michel Sanejouand.

In seguito Bertini e Mlynárčik diventano figure di primo piano del Paese fantastico “Argillia Reale” il cui re era Ondrej Krištofík, detto Fajkár (il fumatore di pipe), che insignisce Bertini del titolo di ambasciatore di Argillia a Milano e Venezia. Quindi pure Bertini è stato “membro istituzionale” di questo stravagante gioco concettuale che aveva una dimensione artistica-geopolitica, sconfinante nello scherzo.

Sfogliando la monografia di Alex Mlynárčik, scritta da Pierre Restany, e altri materiali d’archivio si ritrova la presenza di Gianni Bertini, sempre in bilico tra realtà e finzione, ad esempio in un’immagine, creata con la tecnica del fotomontaggio, è rappresentato in un incontro surreale con Stalin, Roosevelt e Restany, durante la conferenza di Eran (pag. 157 del libro “Altrove” di P. Restany e A. Mlynárčik). Oppure quando Bertini partecipa anche ad altre successive “missioni” del Regno fantastico di Argillia, ad esempio in un’immagine è in una Bruxelles fuori dal tempo con Pieter Brueghel il vecchio, durante un pranzo nuziale. O con la Venere di Tiziano partita per la visita ufficiale all’Asteroide B 612, accompagnata proprio dall’ambasciatore di Argillia a Milano e Venezia, Gianni Bertini e da Alex Mlynárčik, addetto al protocollo reale.

Alex Mlynárčik, nato proprio a Žilina, percorre insieme a Bertini l’ex Cecoslovacchia. A memoria di questi viaggi comuni esistono varie immagini che li ritraggono nella loro vita privata, e anche alcune con carattere più creativo come quelle scattate a Praga (“Ci sono dei momenti”, 1971, fotomontaggio Praga) in cui si percepisce, anche dopo 40 anni, il carisma e la forza di questi due protagonisti dell’arte del XX secolo".

 

 

Orari: martedì - sabato 9-12  12:30-17
          domenica: 10-12  12:30-16
Telefono: 0421 41 5622522

www.pgu.sk / email: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot, abilitare Javascript per vederlo   

 

 


 

 

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PERCORSI RISCOPERTI

DELL'ARTE ITALIANA

NELLA VAF-STIFTUNG

1947-2010

a cura di Gabriella Belli e Daniela Ferrari

MART, Museo di arte moderna

e contemporanea di Trento e Rovereto

Rovereto (TN)

 

FINO AL 30 OTTOBRE

 

 

Ideale prosecuzione della mostra del 2005 intitolata "Un secolo di arte italiana", questo evento espositivo si divide in due mostre distinte.

La prima ha come tema predominante la riscoperta di quegli artisti che dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta sono stati protagonisti di un ricco percorso espositivo e creativo, ma che sono stati in parte dimenticati dalla critica militante. 
Con questa mostra si vuole documentare la storia dell’arte italiana dal secondo dopoguerra, ponendo attenzione innanzitutto ai molti gruppi formatisi in quegli anni. Si tratta di esperienze come quella del “Gruppo nucleare”, del quale hanno fatto parte tra gli altri Franco Bemporad, Enrico Baj, Roberto Crippa, Gianni Dova e Piero Manzoni, presente in mostra con un “Senza titolo” del 1957. Oppure di “Tempo 3” (Arnaldo Esposto, Gianni Stirone, Riccardo Guarneri, Attilio Carreri) di “Sperimentale p.” (Francesco Guerrieri, Lia Drei). 

Particolarmente importante la sezione che documenta tendenze artistiche come il Razionalismo concreto, il Costruttivismo e l’Informale. La ricchezza e la completezza di questa parte della mostra testimoniano come molti siano gli artisti italiani che hanno proseguito lungo la via dell’astrazione affermatasi in Italia durante gli anni Trenta; e, per converso, di come altrettanto nutrito fosse il gruppo di artisti che reagirono al rigore dell’astrazione per seguire un’espressività comunque non figurativa ma legata all’energia e alla libertà del gesto.
L’informale è rappresentato in mostra da opere degli anni Cinquanta e Sessanta di Toti Scialoja, Franco Meneguzzo e Gianni Bertini, dalla declinazione in senso marcatamente segnico di Achille Perilli e soprattutto dalle sperimentazioni polimateriche di artisti come Gino Marotta, Edgardo Mannucci, Gino Marotta, Andrea Raccagni e naturalmente Agenore Fabbri, estesamente collezionato da Feierebend e a cui è dedicata una mostra-concorso biennale, giunta nel 2011 alla quinta edizione, che la VAF-Stiftung organizza e promuove per fare il punto sulle posizioni attuali dell’arte italiana. L’opera di Fabbri, in questi mesi è stata oggetto anche in una retrospettiva curata dal Mart ed esposta al Museo della Permanente di Milano.
Sono della fine degli anni Sessanta le opere di artisti impegnati in una critica ironica o feroce della società, come Vettor Pisani e Gino de Dominicis (“Una tomba per Claretta Petacci”, 1974), Gianni Bertini (“Oil”, 1965 e “Che sacramento”, 1968), Sergio Lombardo (“Charles De Gaulle”, 1961-62), Bruno Di Bello (“Berlino. Rudi Dutschke”, 1968), ma anche Paolo Baratella, Fernando De Filippi, Umberto Mariani o Giangiacomo Spadari.
Il secondo percorso della mostra è dedicato agli artisti più giovani della collezione, esposti in dialogo con la generazione attiva negli anni Ottanta (Stefano Di Stasio, Carlo Maria Mariani, Aldo Mondino). I nomi sono stati selezionati dai curatori del Mart con lo stesso Volker W. Feierabend. Si tratta di preferenze maturate dal collezionista nel corso delle lunghe fasi di ricerca, selezione e progettazione delle edizioni del Premio Agenore Fabbri.
La prima sezione di questo secondo percorso testimonia la propensione del collezionista verso una rappresentazione figurativa, con le opere di Antonella Bersani, Davide La Rocca, Dacia Manto, Federico Pietrella, Cristiano Pintaldi e Nicola Verlato.
In un successivo capitolo sull’astrazione, accanto ai cementi lavorati di Arcangelo Sassolino, spiccano i light box di Pino Falcone, le lamiere di Riccardo De Marchi e le scritture su tela di Sergio Fermariello.
La mostra si conclude con una sezione intitolata Concettualismo ironico. Tematiche familiari al pubblico del Mart, che in questi anni ha avuto modo di ammirare molte opere  delle correnti internazionali di arte concettuale, qui declinate da artisti italiani come Andrea Facco, Corrado Bonomi, Carlo De Meo, Hubert Kostner, Enrico Iuliano, Antonio Riello.
 
 
 
Orari: martedì - domenica 10-18
          venerdì 10-21
 
 
 

 

 

MEC - ART. OLTRE LA PITTURA VERSO LA FOTOGRAFIA

Galleria d'arte Bergamo, Contrada Tre Passi 1/E, Bergamo

 

7 MAGGIO - 26 GIUGNO 2011

 

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composizione

 

GIANNI BERTINI

L'ULTIMA BARRIERA

a cura di Federico Sardella

Cavana Arte Contemporanea

via Vincenzo Gioberti 52, La Spezia

 

30 OTTOBRE - 27 NOVEMBRE 2010

INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA: 
30 OTTOBRE - ORE 18.00

 

 

La Galleria Cavana Arte Contemporanea è lieta di annunciare questa mostra dedicata a Gianni Bertini, artista recentemente scomparso che nel corso di oltre cinquanta anni di attività ha attraversato numerose stagione creative. L’artista esordisce aderendo al MAC (Movimento Arte Concreta), in seguito sarà considerato tra i migliori pittori informali, si avvicinerà alla Pop Art ed al Nouveau Realismo, spesso anticipando con i suoi lavori queste tendenze, per poi fondare con Mimmo Rotella ed altri, sotto lo sguardo critico di Pierre Restany, il movimento della Mec Art. Da allora Gianni Bertini espone in importanti gallerie, in spazi pubblici e in musei sia in Italia sia all’estero.

In questa mostra, nata dalla collaborazione tra Gianni Bertini e Luca Cavana, saranno proposte una serie di opere su carta e su tela di piccole, medie e grandi dimensioni, che andranno a testimoniare le differenti declinazioni del lavoro di Gianni Bertini che, come lui stesso spiega, nasce e si sviluppa nel momento in cui ci si trova ad avere un muro da abbattere, una barriera da superare o un ostacolo da scavalcare.

La mostra è accompagnata da una pubblicazione contenente tutte le immagini delle opere in mostra e un’intervista a Gianni Bertini realizzata da Federico Sardella nello studio di Nansola, pochi giorni prima della sua scomparsa.

 

Orari: lunedì - sabato 10.00 - 12.00 e dalle 16.00 alle 19.30; domenica su appuntamento
Telefono: 347 8601207

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www.cavana.it